venerdì 9 febbraio 2018

Algoritmo FB

VI INCAZZATE PER IL BRACCIALETTO DI AMAZON, MA ABBIAMO TUTTI UNA SONDA NEL CERVELLO CHE SI CHIAMA FACEBOOK: SA TUTTO DI NOI E RIVENDE I NOSTRI DATI - L’ALGORITMO SA SE SIAMO RICCHI O POVERI IN BASE AI VIAGGI CHE FACCIAMO, DOVE ABITIAMO, I LUOGHI CHE FREQUENTIAMO. E MOLTI ALTRI COMMERCIANO SULLA NOSTRA SALUTE: ECCO COME SANNO SE CI AMMALEREMO...
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Massimo Gaggi per il Corriere della Sera

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Il brevetto di Amazon sul braccialetto che guida la mano dei magazzinieri ha suscitato tempeste d' indignazione. Molto meno quello (reso noto negli stessi giorni) di Facebook che ha costruito un algoritmo per dedurre dall' enorme mole di dati dei quali dispone il livello sociale ed economico dei suoi due miliardi di utenti. Un sistema che consente di suddividere tutti noi tra ricchi, poveri e ceto medio senza disporre direttamente di informazioni su stipendi percepiti o patrimonio posseduto.

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Per arrivarci con un accettabile grado di approssimazione Facebook mette insieme altri parametri: il tuo livello d' istruzione, che viaggi fai, dove vai in vacanza, quanti e quali apparecchi elettronici usi, con quanta intensità, dove abiti, se sei proprietario del tuo alloggio e altro ancora. Profili che, rivenduti a imprese, serviranno a indirizzare i messaggi pubblicitari: se sei catalogato come ricco ti proporranno viaggi in Polinesia, altrimenti proposte low cost . Solite questioni.

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Invasione della privacy , dati con un valore economico prelevati gratis da una società che continuiamo a chiamare rete sociale ma, in realtà, è ormai una enorme macchina di accumulazione, elaborazione e rivendita di dati. E c' è molto di più dell' uso (spregiudicato ma lecito) di informazioni personali a fini commerciali: intanto questi profili sono approssimativi. Chi li compra si accontenta di identificazioni magari precise al 90%. Così molti di noi verranno identificati in modo errato senza saperlo.
IMPEDIRE A WHATSAPP DI DARE I TUOI DATI A FACEBOOK IMPEDIRE A WHATSAPP DI DARE I TUOI DATI A FACEBOOK

E questi sistemi, molto al di là del brevetto di Facebook, si stanno diffondendo a macchia d' olio. Hanno dato vita a un giro miliardario di aziende - da Acxiom a Oracle - che pescano, impacchettano e rivendono dati di ogni tipo: anche salute, comportamenti sociali, psicologia. Facebook attinge anche da loro per costruire profili sempre più complessi (c' è chi misura la nostra emotività dal modo in cui usiamo la tastiera del pc).

Informazioni che non solo servono a indirizzare pubblicità e consumi, ma sono vendute ad aziende che vogliono conoscere la nostra credibilità come pagatori, il nostro stato di salute, magari l' orientamento politico. Un esempio? NexisLexis misura anche la possibilità che ci si ammali usando dati non sanitari: dai consumi al titolo di studio passando per l' iscrizione alle liste elettorali (se voti e sei attivo nella comunità probabilmente curerai il tuo corpo).

SUNGLASS IN CINA


Cina, la polizia usa gli occhiali per il riconoscimento facciale

Gli smart glass possono identificare un volto in 100 millisecondi (foto Getty)
I dispositivi pescano dal database dei ricercati e riconoscono un volto in 100 millisecondi. Ma le Ong lanciano l'allarme: dati usati senza consenso


Le lenti indossate dai poliziotti scansionano il viso dei passanti e segnalano se tra di loro c'è un ricercato. Sembra un film di fantascienza, in Cina è realtà. La polizia di Zhengzhou, capitale della provincia di Henan, nel centro del Paese, li avrebbe infatti usati per identificare le persone sospette nella locale stazione ferroviaria. Secondo quanto riferito da People's Daily (organo del partito comunista) e riportato dal Wall Street Journal, questa tecnologia avrebbe già aiutato a identificare sette latitanti.

Come funzionano gli smart glass

Non è ancora chiaro come questi occhiali funzionino esattamente. Secondo il ceo di LLVision Technology, la società che ha sviluppato questi smart glass, l'identificazione di un volto da un database di 10mila facce richiederebbe solo 100 millisecondi. Non è chiaro però quali siano i tempi di risposta: i ricercati vengono identificati immediatamente o i poliziotti devono attendere qualche minuto prima di agire? Al momento, l'uso del dispositivo è in dotazione solo agli agenti che pattugliano la stazione principale della città. Perché sarebbero utili a individuare singoli volti nella folla e a verificare l'identità dei passeggeri anche in caso di documenti falsi. Il dispositivo esordisce non a caso in un periodo che si annuncia di super-lavoro: per il capodanno cinese viaggeranno in treno 389 milioni di cinesi.

L'allarme per i diritti umani

Ma il riconoscimento facciale potrebbe servire non solo per esigenze di sicurezza ma anche per volontà di sorveglianza. Le minoranza del Paese, ad esempio, usano documenti falsi per fare viaggi che altrimenti sarebbero preclusi. Secondo la Ong Human Rights Watch, “il governo pensa di raggiungere la stabilità sociale mettendo le persone sotto un microscopio, ma questi programma tendono piuttosto a esacerbare l'ostilità nei confronti delle autorità”. Per questo motivo l'organizzazione chiede che Pechino “interrompa l'utilizzo di questo tipo di tecnologie e distrugga i dati immagazzinati senza un consenso informato”.