martedì 12 dicembre 2017

I SOCIAL MIETONO UN'ALTRA VITTIMA: I SEGNI DI INTERPUNZIONE! -  UNA RICERCA RIVELA COME I GIOVANI, DALLA GRAN BRETAGNA ALL'ITALIA, ABBIANO CANCELLATO LA PUNTEGGIATURA ABUSANDO DI ABBREVIAZIONI ED EMOTICON - IL FILOLOGO LUCA SERIANNI: "DA NOI È PIÙ A RISCHIO DI ESTINZIONE IL PUNTO E VIRGOLA"
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apostrofo al tempo dei social apostrofo al tempo dei social
Enrico Franceschini e Ilaria Venturi per “la Repubblica”

"Un bacio è l'apostrofo rosa fra le parole t'amo", afferma il celebre motto di Edmond Rostand. Ma addio aforisma, se scompare l' apostrofo: e chi scrive email, messaggini, post sui social network, dell' apostrofo fa volentieri a meno. La conseguenza, rivela una ricerca della Tasmania e della Coventry University, è che non sappiamo più usare questo segno di punteggiatura.

Tra gli studenti dell' università australiana, soltanto il 13 per cento lo utilizza correttamente nelle parole plurali e appena più della metà al singolare. Se si aggiunge che l' indagine riguarda giovani in odore di laurea, si può immaginare che tra la popolazione generale siano ancora più numerosi coloro che ignorano dove mettere la "virgoletta sopraelevata", come la definisce il dizionario.

La decadenza dell' apostrofo viene da lontano: i primi studi sull' argomento risalgono al 1922 e, allo scopo di difenderlo, in Inghilterra esiste addirittura una Apostrophe Protection Society. «Ma l' odierna prevalenza delle comunicazioni digitali ne accelera il declino», dice Nenagh Kemp, curatrice dello studio, al Times di Londra. Il fenomeno non riguarda soltanto l' apostrofo, bensì tutti i segni di interpunzione: «Per brevità, sul web molti ne fanno a meno», osserva la docente.
apostrofo apostrofo

Del resto il manuale online dell' università della Tasmania raccomanda specificatamente "una punteggiatura minima per i testi digitali, la cui lettura è più facile senza virgole o punti e virgole". Eliminare la punteggiatura non significa necessariamente non conoscerla, ammette la professoressa Kemp: «Ma utilizzandola sempre meno se ne perde la padronanza».

I linguisti italiani concordano.
Secondo il filologo Luca Serianni, da noi è più a rischio di estinzione il punto e virgola: «Se scomparirà, pazienza, la lingua si trasforma. L' apostrofo però andrebbe mantenuto. Fu l' umanista Pietro Bembo a introdurlo in tutta Europa e auguro agli inglesi, dopo la Brexit, di conservare almeno questo legame con il mondo continentale, dopotutto è un segno che unisce».

La sociolinguista Vera Gheno rileva un altro comune errore digitale nella nostra lingua: «Le lettere accentate non riconosciute portano gli internauti a scrivere po' con l' accento oppure c' è né invece di ce n' è. E a usare tanti puntini di sospensione invece di tre». A parte "qual è" scritto con l' apostrofo, «una battaglia persa», anche il critico letterario Massimo Arcangeli, autore di un saggio sulla "solitudine del punto esclamativo", vede la questione in termini più ampi: «La comunicazione digitale amplifica la perdita del legame tra oralità e scrittura.
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Ad esempio, lo spazio tipografico non ha più valore, si attacca la virgola alla parola che segue. Attenzione, perché semplificando i segni si sfalda l' impianto ortografico. La scrittura digitale crea un modello per la scrittura in quanto tale». Peccato per "l' apostrofo rosa": vuol dire che Rostand verrà ricordato come l' autore del Cyrano de Bergerac, anziché dell' aforisma con cui si incarta una marca di cioccolatini. Ma a forza di scrivere scorrettamente un sms o un post, dimenticheremo come si scrive correttamente.


 
Aldo Vincent
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