sabato 31 dicembre 2016

la nuova Inquisizione

BABBO NATALE NON ESISTE !!


In queto periodo in cui si dibatte (a sangue) delle bufale sui Social dei provvedimenti che vorrebbe prendere il presidente dell'Antitrust Petruzzella e la risposta di fuoco di Grillo contro cui si sono scatenate le Vergini e i Soloni della Sinistra, io approfitto dell'episodio di quel miserello direttore d'orchestra che ha detto una semplice verità non condivisa ( e inopportuna, visto che tra il pubblico c'erano proprio i bamnini Disney) che gli è valso il licenziamento, APPROFITTO PER DARE LA MIA OPINIONE NON RICHIESTA...

1. Alla luce del pensiero corrente, BABBO NATALE E' UNA BUFALA, così pure l'Antrace presentata all'ONU da Powell, le armi di distruzione di massa di Saddam, l'epidemia di meningite in Toscana (addirittura a causa degli immigrati), le tasse diminuite da Renzi, e via via potrei starequi per ore a raccontarvi tutto ma passiamo oltre. Vi segnalo solo un libro che scriaai tempo fa EVOLUZIONE DELLA MENZOGNA lo misi in lettura gratuita qui, se volete...   http://www.ebookservice.net/scheda_ebook.php?ideb=1263



2. Il giorno dopo l'inaugurazione della Salerno-Reggio Calabria, un mattacchione ha messo on line un ponte caduto spacciandolo per una news che riguardava proprio quel pezzo d'autostrada. Un intervento chiaramente satirico ma che era piuttosto difficile da distinguere. Succede pure con Lercio e altri mattacchioni. Purtroppo c'è la tendenza generale a farsi passare per vere le notizie CHE CI PIACEREBBE LEGGERE, ma cosa fare? Mettere lacci o lacciuoli? Io dico di no. Consiglio sempre di andare a verificare le fonti e nei casi pi+ acclatanti tipo è morto Berlusconi, c'è Google grazie al cielo, su quel motore di ricerca in temporeale si trova on line tutto e il contrario di tutto sulla notizia...

3. Ogni nuova tecnologia AGGIUNGE alla nostra esperiuenza ma cambia solo la società non la nostra natura. Noi siamo quelli che eravamo prima solo che adesso viene amplificato e velocizzato QUELLO CHE GIA' ERAVAMO !

4. E veniamoal punto. Agli inizia del secolo scorso, eminenti pensatori, sociologi e antropologi sturiarono il comportamento delle masse, delle folle e scrissero libri immortali. Io lo ripeto da tempo: è tutto scritto nei libri ANDATELI A LEGGERE ! Quello che occorre, dopo aver approfondito la conoscenza, è AGGIORNARE IL PENSIERO e gli studi del secolo scorso e ampliarlo all'esperienza del presente. Internet ha ampliato la percezione delle masse, occorre aggiornare la nostra conoscenza applicata al Web.

Riporto alcuni titoli che a suo tempo misi on line in consultazione gratuita ad uso e consumo di studenti di materie umanistiche;



PROPAGANDA DI BERNAYS
Finalmente mi sono deciso di tradurre questo segreto libro massonico in italiano.
Ma come, voi mi direte: un libro che si raggiunge facilmente su Internet e si può scaricare
gratis, come può essere considerato segreto? Infatti, dove volete mettere un libro segreto,
se non sotto gli occhi di tutti? Intanto il fatto che sia in inglese e in PDF riduce
sensibilmente i potenziali lettori, poi è collocato in un flusso di traffico in cui i lettori sono
abituati ad aprire mail e leggere messaggi di non piu' di dieci righe; ultimo punto, una
lettura frettolosa senza una guida propedeutica non serve ad approfondire i gangli della
persuasione occulta. Capite ora perchè va considerato "segreto" ?

Altro punto da chiarire, il libro di Bernays spazia a volo d'uccello molti argomenti e settori in cui il condizionamento delle masse potrebbe essere applicato, vi invito a leggere con
attenzione il Capitolo sesto: Propaganda e leadership politica. Un'attenta lettura vi farà
scoprire che questi concetti massonici (Gelli nel suo Piano di Rinascita Democratica
insegna) non furono usati solo da Goebbels, ma leggendo in filigrana si scopre che li usò a
suo tempo anche Berlusconi e attualmente vengono usati da Matteo Renzi e dal suo
maggiore oppositore Berppe Grillo.
Sorpresi? - See more at: http://www.ebookservice.net/scheda_ebook.php?ideb=1555#sthash.tMWB7C9f.dpuf





UNIVERSITÀ DELLA CALIFORNIA A LOS ANGELES

ISTINTI DEL GREGGE
IN PACE E IN GUERRA
BY
W. TROTTER
NOTA DEL TRADUTTORE Aldo Vincent:

Diciamo che traduttore è una parola grossa.
Certamente non mi assegneranno il Pulitzer per questo lavoro, e vi spiego perchè.
Questa traduzione fa parte di un trittico che ho messo on line contro la guerra.
Tutto cominciò con LE BON e che diede praticamente inizio ad una discussione sulla psiche delle masse in cui si inserì finalmente (per noi, dico) il nostro Wilfred Trotter che quasi al di fuori dalle sue competenze specifiche (era un affermatissimo chirurgo, seguirà Freud della fase finale del suo cancro) ha un'intuizione che lo scaraventa all'avanguardia del pensiero antropologico di quei tempi: l'uomo istintivamente segue la mandria, protettiva, come le mucche, aggressiva, come i lupi oppure costruttiva, come le api e pubblica le sue riflessioni in due articoli del 1908.

Quindi la prima parte della mia traduzione, la piu' accurata si riferisce alla sua famosa pubblicazione Istinti del gregge in pace e in guerra che contiene i suoi scritti fino al 1909 e poi le sue osservazioni fatte alla fine della Prima Guerra Mondiale con la vittoria dell'Inghilterra (la mandria costruttiva di pecore e api) sulla Germania (il branco dei lupi).... - See more at:
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McLUHAN E I NUOVI BARBARI
Nel 2006 apparve su La Repubblica una nuova rubrica di Baricco: I BARBARI, appunto, dove l’autore si riprometteva di scrivere in una ventina di interventi la cronaca di una mutazione in corso, e invitava i suoi lettori ad intervenire con le loro osservazioni. Gli articoli uscirono per sei mesi, mentre lui si muoveva da un luogo all'altro, finché l’ultima puntata la scrisse dalla Muraglia cinese, (e questo aveva un senso). Raccolse quindi gli articoli e le riflessioni e ne fece un libro che andò a presentare in televisione. In seguito, da una parte di esso, ne ricavò un film.

Fate bene attenzione a tutto questo perché esso rappresenta il modo barbaro di scrivere un libro il quale non è più esplorare in profondità, come discendere in un crepaccio per visionare l’intero mondo descritto nel testo, ma è diventato il segmento di una traccia, di un percorso che inizia su un altro mezzo di comunicazione e va a finire su di un altro ancora.
“Surfing” lo chiamano gli inglesi e noi lo abbiamo malamente tradotto in “navigare” ma non è lo stesso, perché il surfing – quello che si fa raccogliendo notizie su Internet, per esempio – è ciò che raccogliamo in velocità scivolando sulla superficie e da essa traendone nuova energia per avanzare in velocità... - See more at:
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STO RACCOGLIENDO SU UN UNICO SITO ( in lettura gratuita) TUTTE LE PUBBLICAZIONI INERENTI LA COMUNICAZIONE DI MASSA, LA PROPAGANDA E I NUOVI MEDIA.

A questo punto per aiutare coloro che mi hanno seguito in questa avventura sul comportamento umano e la comunicazione di massa facciamo il riepilogo dei lavori che ho messo on line, di cui sono l'autore, di cui ho tradotto il testo oppure solo segnalato.
Un lavoro solitario iniziato quasi per noia, si sta traducendo nel piano di un'insieme di scritti che potrebbero essere archiviati in un file: PSICOLOGIA DELLE MASSE & PERSUASIONE OCCULTA. Vediamo insieme questo percorso che potrebbe essere utile anche agli studenti di Sociologia, Antropologia, et similia... - See more at:
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   I PERSUASORI OCCULTI
Ormai è diventata la documentazione storica sulla manipolazione delle masse, degli elettori, degli acquirenti... Dopo aver pubblicato Le Bon, Trotter, Bernays metto on line questa volta la traduzione di un libro che ha riscosso un successo internazionale perchè rivelava i trucchi, i sotterfugi, le manomissioni per costringere con mezzi subdoli la gente
a comprare ad ogni costo, nel 1957, agli esordi della società dei consumi di massa.
Hidden Persuadrs, di Vince Packard, è ancora maledettamente attuale... - See more at:
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LA MAMMA DEI CRETINI

Dopo la folla delinquente, la psicologia delle masse, Le Bon, Trotter Bernays e Vince Packard è legittimo chiedersi, va bene, questa è la storia, ma oggi? Qui sono raccolte dal Web alcune qualificate opinioni di esperti che hanno voluto trasmetterci le loro riflessioni, considerazioni, allarmi, sui moderni metodi di condizionamento delle masse, alla luce anche delle nuove tecnologie - See more at: http://www.ebookservice.net/scheda_ebook.php?ideb=11


Buona lettura


sabato 17 dicembre 2016

bufale web

LA PISTA BULGARA DELLE PANZANE! LA CATENA DEI SITI SPARABUFALA CONTRO GENTILONI PORTA A SOFIA - LA RICERCA DI DUE INFORMATICI: QUESTI SITI HANNO SEDE IN BULGARIA E SFRUTTANO ANCHE IL NOME "5 STELLE'' - LA BOLDRINI CHIEDE A QUATTRO ESPERTI UN AIUTO PER CONTRASTARE LA DIFFUSIONE DELLE FAKE NEWS


SITI BUFALA SITI BUFALA

Martedì, neanche ventiquattr' ore dopo aver giurato al Quirinale col nuovo governo, Paolo Gentiloni era già sommerso da una valanga di insulti su Facebook. Un post in particolare è diventato viralissimo, ricevendo decine di migliaia di like in poche ore e pompando a sua volta odio, e eventuali diffamazioni sul nuovo presidente del Consiglio.
Sul sito «Libero Giornale» (nulla a che fare né con Libero né col Giornale) gli si attribuiva la seguente frase: «Gentiloni choc: "Gli italiani imparino a fare sacrifici e la smettano di lamentarsi"». Naturalmente Gentiloni non ha mai pronunciato quelle parole; il post ha generato tanto traffico pubblicitario (e discredito anti-casta).

Le tre bufale più condivise in assoluto negli ultimi 15 giorni in Italia vengono dallo stesso sito, che il primo dicembre aveva viralizzato un altro post, su 35 arresti di «politici legati al Pd» e pronti a truccare il voto referendario; notizia inventata, ma record: al momento tira ancora e supera le 147 mila condivisioni. Insomma, chi c' è dietro questo sito?

Due debunker italiani - tra i professionisti più stimati nel ramo - lo svelano stamane sul sito attivissimo.blogspot.com, pubblicando la prima puntata di un' analisi e un tracciamento che hanno condotto. I due sono Paolo Attivissimo, commentatore informatico, e David Puente, informatico e tracciatore di fake news (oltre che ex dipendente della Casaleggio associati, da cui uscì anni fa in una stagione molto diversa dalla attuale.
SITI BUFALA SITI BUFALA
 
Oggi gestisce il sito specializzato davidpuente.it). «Liberogiornale.com - scrivono - non è un semplice sito d' informazione amatoriale che sbaglia o un sito di "satira e finzione" (come asserisce in caratteri piccolissimi in un angolo ben nascosto): è una fabbrica professionale di panzane.

Pubblica intenzionalmente balle per fare soldi. Fa parte di una rete professionale occulta di siti sparabufale che ha ramificazioni anche fuori dall' Italia». Ieri tra l' altro Laura Boldrini ha raccontato di aver chiesto a quattro esperti un aiuto per contrastare la diffusione delle fake news: oltre a Puente e Attivissimo, anche Walter Quattrociocchi del CSSLab dell' Imt di Lucca, e Michelangelo Coltelli (di Butac.it).

I siti di presunta satira come «Libero Giornale», scrivono Attivissimo e Puente, «spesso storpiano in modo ingannevole i nomi di testate molto note, come Ilfattoquotidaino.com (non è un refuso: è proprio quotidaino), News24tg.com o Gazzettadellasera.com. L' intento sembra piuttosto evidente: ingannare i lettori».
SITI BUFALA MECCANISMO PUBBLICITA' SITI BUFALA MECCANISMO PUBBLICITA'
 
I nomi dei titolari di questi siti sono nascosti. «Libero Giornale» è intestato alla società Domains by Proxy LLC. Ma seguendo la pubblicità, Attivissimo e Puente sono risaliti a un filo, usando i dati pubblici del web o dei social: «Questi siti usano una stessa fonte, e addirittura lo stesso account publisher (denominato "kontrokultura"), per i propri banner pubblicitari.

La fonte è la società Edinet, sede a Sofia, in Bulgaria. I suoi dati pubblici sono nel registro del Ministero della Giustizia bulgaro. Il sito della società è Edinet.bg, il cui "Chi siamo" (scritto, stranamente, in italiano) spiega che si tratta di un "Gruppo editoriale" che ha uffici "in Francia, Germania, Slovenia e soprattutto Italia. I componenti e collaboratori di Edinet sono al 90% Italiani ed è proprio in Italia che sono puntate tutte le nostre risorse". Ma che sorpresa. Il registro del ministero bulgaro indica anche il nome del titolare: Carlo Enrico Matteo Ricci Mingani».

Ulteriori loro ricerche individuano poi un comunicato stampa in cui Matteo Ricci si definisce «come "responsabile delle pubblicazioni" di Edinet Ltd. Il comunicato annuncia che "Edinet Ltd ha rilevato il gruppo KontroKultura". Guarda caso, lo stesso nome usato per l' account pubblicitario. Matteo Ricci si vanta di gestire "oltre 30 testate online"».

Quali altri siti ospitano i banner pubblicitari di Edinet, con l' account «kontrokultura»? «Oltre a Gazzettadellasera.com e Liberogiornale.com spuntano News24europa.com, News24tg.com, Notiziea5stelle.com e altri ancora». Notevole che Ricci Mingani usi anche il nome "5 stelle". Il M5S potrebbe chiedere i danni. Finora non l' ha fatto.

SITI BUFALA SITI BUFALA
 
Attivissimo e Puente, nelle puntate successive, parleranno del meccanismo Facebook attraverso cui, con una serie di pagine e vari gruppi di "fan club politici", si svela, «intorno a questi siti, uno stuolo di promotori e "pompatori" di queste false notizie sui social network: complici consapevoli e inconsapevoli». Camere dell' eco, più o meno individuabili e profilate, attraverso cui il dibattito politico italiano risulta drogato.

yahoo

QUANTO VALGONO I DATI PERSONALI DI UN MILIARDO DI PERSONE? 300MILA DOLLARI. A TANTO (O A POCO) È STATA VENDUTA LA BANCA DATI DEGLI UTENTI YAHOO SOTTRATTA NEL 2013. È ANCORA IN VENDITA, MA SOLO PER 20MILA DOLLARI: NON VALE PIÙ NIENTE DA QUANDO L'AZIENDA HA AVVERTITO GLI UTENTI DI CAMBIARE PASSWORD...



1 - YAHOO: DATABASE ACCOUNT VIOLATI VENDUTO A 300 MILA DOLLARI
(ANSA) - Il database col miliardo di account violati di Yahoo sarebbe stato venduto sul "mercato nero" del web - "Dark Web" in gergo - lo scorso agosto per soli 300 mila dollari. Lo dice al New York Times Andrew Komarov, della società di sicurezza InfoArmor. Secondo quanto riferito dall'esperto, gli acquirenti sarebbero stati tre - due 'spammer' e un soggetto coinvolto in attività di spionaggio - e avrebbero concluso l'affare con un gruppo di hacker basato nell'Europa dell'Est.
YAHOO MARISSA MEYER 1 YAHOO MARISSA MEYER 1

I tre hanno acquistato il database separatamente, il che significa che ognuno ha pagato 300 mila dollari per averne l'accesso completo. Oltre a nomi, password, date di nascita e numeri telefonici, precisa il sito The Next Web, il database contiene anche le domande di sicurezza e gli indirizzi di posta elettronica di "backup" che servono agli utenti per recuperare la password in caso di dimenticanza.

Un elemento preoccupante perché questi dettagli possono essere stati impostati dagli internauti per più piattaforme online e quindi possono essere sfruttati dagli hacker per sferrare attacchi anche verso altri servizi web. Secondo Komarov il database è ancora in vendita, anche se ora le offerte sono calate intorno ai 20 mila dollari dopo che Yahoo ha reso nota la violazione e invitato gli utenti a cambiare le password.


2 - CONTRO YAHOO IL PEGGIOR ATTACCO DELLA STORIA «RUBATI I DATI DI UN MILIARDO DI PERSONE»
Valeria Robecco per “il Giornale

valore di petrobras dal 2007 a oggi da yahoo finanza  
valore di petrobras dal 2007 a oggi da yahoo finanza
 
Non c' è pace per Yahoo: dopo l' attacco hacker di settembre, quando aveva denunciato la violazione dei dati di 500 milioni di utenti, la società finisce nuovamente nel mirino dei pirati informatici. E questa volta secondo gli esperti si tratta del furto maggiore di tutti i tempi, che vede coinvolte «oltre un miliardo di persone». Un incidente che rischia di far saltare anche l' accordo di acquisto da oltre 4,8 miliardi di dollari da parte di Verizon.

Il gigante del web ha ammesso di essere stata nuovamente colpita dagli hacker, un colpo distinto da quello svelato nei mesi scorsi (all' epoca il dito fu puntato su pirati informatici collegati a governi stranieri, come la Russia e la Cina). Il nuovo cyber-attacco risalirebbe all' agosto del 2013 e tra le informazioni rubate ci sono «nomi, indirizzi email, numeri di telefono, date di nascita e password criptate».

Tra le vittime della nuova incursione negli account di Yahoo - riportano i media Usa - ci sono anche oltre 150mila dipendenti dell' amministrazione americana tra cui membri attuali e passati dello staff della Casa Bianca, membri del Congresso, diplomatici ed ex diplomatici del Dipartimento di Stato, militari, agenti della Cia e della Nsa, uomini dell' Fbi.

YAHOO YAHOO
 
A finire nelle mani dei criminali della rete, oltre a generalità e password, sono stati anche i dati salvati in backup, informazioni che se sono finite in mano a Paesi stranieri potrebbero causare gravi rischi alla sicurezza nazionale. E nel maxi attacco hacker è stato rubato anche il codice che può essere usato per falsificare dei «cookie»: i programmi si possono così installare nel browser e gli hacker possono accedere a un account senza necessariamente conoscere la password.

«In base all' indagine in corso crediamo che terze parti non autorizzate hanno avuto accesso al nostro codice proprietario per capire come creare cookie», ha ammesso Bob Lord, a capo della sicurezza di Yahoo. Per il gruppo californiano guidato da Marissa Mayer si tratta di un nuovo e durissimo colpo all' immagine, che potrebbe avere anche gravi conseguenze sull' accordo con Verizon, che ha acquistato Yahoo per circa 4,8 miliardi di dollari. Secondo quanto riportato dall' agenzia Bloomberg, infatti, il colosso americano delle telecomunicazioni starebbe pensando di tirarsi indietro dall' accordo. E inoltre starebbe valutando anche un «mega-sconto» sul prezzo di acquisto delle attività core del colosso informatico.

HACKER HACKER
 
«Come abbiamo sempre detto - ha rivelato Verizon alla Cnbc - valuteremo la situazione alla luce dei risultati dell' inchiesta condotta da Yahoo sui cyber-attacchi e l' impatto dei nuovi sviluppi, prima di raggiungere ogni conclusione finale». Intanto, dopo le indiscrezioni su una possibile marcia indietro del gigante delle tlc, Yahoo è crollata a Wall Street, con il titolo in caduta libera a oltre -4%. E potrebbe essere incerto anche il futuro di Mayer, con una sua conferma per nulla scontata nell' ambito di una eventuale unione con Verizon.

venerdì 16 dicembre 2016

HARARI


“GLI ALGORITMI INCONSCI SARANNO PIÙ POTENTI DELL’UOMO” - LO STORICO YUVAL HARARI: “IN QUESTO SECOLO LE INTELLIGENZE ARTIFICIALI CI RENDERANNO IMMORTALI, MA POI SARANNO LORO A GOVERNARE LA TERRA. LA RIVOLUZIONE HI-TECH STA CREANDO LA CLASSE DEI SUPERFLUI: PERSONE DISOCCUPATE E INOCCUPABILI”



YUVAL HARARI YUVAL HARARI
 
Mai come oggi l’umanità è riuscita a contenere violenza e epidemie, e i progressi della medicina sembrano destinati ad allungare la vita a piacimento. Eppure proprio sulla strada che, grazie a ingegneria genetica e intelligenza artificiale, ci porterà a traguardi mai sognati prima, potremmo perdere noi stessi.

È l’ammonimento dello storico israeliano Yuval Harari, docente presso l’Università Ebraica di Gerusalemme, membro dell’Accademia israeliana delle Scienze e autore del saggio Homo Deus: a Brief History of Tomorrow (Harvill Secker, pp. 448, l’edizione italiana uscirà per Bompiani nel 2017). Harari è diventato una star della saggistica internazionale con il bestseller Sapiens (tradotto in 30 lingue, uscito in Italia per Bompiani con il titolo Da animali a dei, breve storia dell’umanità), che ricostruiva il modo in cui l’uomo ha conquistato il dominio sul Pianeta.
YUVAL HARARI - HOMO DEUS YUVAL HARARI - HOMO DEUS

Un corso tratto dal libro, distribuito online dall’università telematica Coursera, la più famosa del mondo, è stato seguito da oltre 100 mila persone. La sua previsione del futuro parte da considerazioni molto ottimistiche.

«Per la prima volta nella storia sono più le vittime degli eccessi nel cibo che quelle della denutrizione. Si muore di più per la vecchiaia che per le malattie infettive. Nelle società antiche una fine violenta toccava fino al 15 per cento delle persone. Oggi siamo sotto l’1. L’umanità ha un potere senza precedenti».

Per fare cosa?
«In questo secolo punteremo all’immortalità. O meglio, tenderemo a vedere la morte come un banale problema tecnico. Del resto già nel 2013 Google ha lanciato la società Calico che ha la missione di combattere l’invecchiamento e – come dicono i fondatori – “risolvere la morte”».

E questo è un bene per tutti. O no?
 «Di fatto quello che si prospetta è un tipo di progresso che può minare la democrazia. Mi spiego: la medicina finora ha avuto come obiettivo la guarigione dei malati. È un traguardo che, in qualche modo, risponde a criteri di uguaglianza: una volta che sei sano, sei sano allo stesso modo sia che tu sia ricco sia che tu sia povero.

YUVAL HARARI YUVAL HARARI 
 
Se il nuovo obiettivo della medicina sarà invece – com’è probabile – il potenziamento dell’essere umano, per esempio attraverso interventi genetici, allora chi potrà permetterselo si potenzierà più degli altri. Il divario tra privilegiati e no potrebbe allargarsi a dismisura arrivando persino a codificarsi nel Dna. Oggi c’è ancora mobilità sociale ed economica. Ma sarà più difficile avere “mobilità genetica”: una volta che i potenti saranno più intelligenti, più forti, più sani avremo una classe di “semidei” che metterà a dura prova il concetto di democrazia».

Ma una trasformazione in senso elitario della medicina non incontrerebbe opposizione nella società?
«Non credo, perché la promessa di riuscire a sconfiggere tutti i mali grazie zie a strumenti potentissimi come l’intelligenza artificiale e la speranza di poter prevenire difetti e vulnerabilità grazie alla manipolazione genetica sono troppo allettanti per far sorgere dubbi.
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Pensi solo ai vantaggi che un’intelligenza artificiale come Watson di Ibm ha sui medici umani: potrà avere a disposizione all’istante tutta la conoscenza medica acquisita nella storia e aggiornarsi in tempo reale con ogni nuovo studio pubblicato, in teoria potrà anche consultare dati e statistiche da ogni ospedale del mondo.

Potrò dargli come input tutto il mio genoma e quello dei miei familiari e indossare sensori che gli manderanno dati 24 ore su 24 sulle mie funzioni vitali. Questo “medico artificiale” potrà combinare tutti queste informazioni insieme per diagnosi di una precisione impressionante.

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Certo, non siamo ancora a questo punto, perché rimangono molti problemi da risolvere. Ma poi, una volta sviluppato un “medico artificiale”, in realtà ne avremo infiniti, perché potremo creare all’istante tante copie del programma, mentre per formare un medico umano servono anni per ogni individuo. Il prezzo di tutto questo è la privacy? Ma tra la salute e la privacy la gente sceglierà sempre la prima».

Siamo nelle mani degli algoritmi.
«Proprio così. Se grazie alle enormi quantità di dati che raccolgono già oggi – uno studio mostra come Facebook ci conosca più dei nostri amici – e che raccoglieranno sempre di più, i computer saranno in grado di darci consigli utili sulle scelte importanti della nostra vita, chi sarà così sciocco da rinunciare a questi vantaggi?».

Ma a che prezzo?
ROBOT 2 ROBOT 2
 
«Un trasferimento di autorità dagli umani agli algoritmi. Che è un passaggio storico. Nel corso della storia l’intelligenza è sempre stata accompagnata dalla consapevolezza. I soli esseri altamente intelligenti, e quindi capaci di curare malattie, giocare a scacchi e guidare veicoli, ossia gli umani, erano esseri consapevoli. Ora però l’intelligenza si sta affrancando dalla consapevolezza. Abbiamo algoritmi – inconsapevoli di sé stessi – che giocano a scacchi, guidano veicoli, diagnosticano malattie meglio di noi.

Perché tutti questi compiti si basano sul riconoscimento di schemi, una capacità in cui gli algoritmi eccellono. La fantascienza dà per scontato che per poter superare l’intelligenza umana i computer dovranno sviluppare anche la consapevolezza. La scienza dice un’altra cosa: ci potrebbero essere diverse vie alternative che conducono alla superintelligenza, e solo alcune di queste passano attraverso la consapevolezza.

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Per fare le cose – pensi alle auto senza pilota o i robot – l’intelligenza è obbligatoria, la consapevolezza solo facoltativa. E potrebbe diventare addirittura un lusso o un impedimento. Dopo migliaia di anni in cui l’uomo ha concentrato il potere nelle sue mani, tra pochi decenni algoritmi inconsci potrebbero essere molto più potenti di noi. E la maggior parte dell’umanità potrebbe diventare economicamente inutile e politicamente impotente».

Con quali risvolti?
«La rivoluzione industriale ha creato la classe lavoratrice urbana, la rivoluzione dell’intelligenza artificiale sta creando la classe dei superflui: persone disoccupate e inoccupabili. È un po’ come è successo per gli eserciti: quelli del Ventesimo secolo si fondavano sul reclutamento di milioni di soldati attraverso la leva obbligatoria, mentre quelli del Ventunesimo contano su numeri ridotti di soldati d’élite potenziati da droni, robot e software. Oggi la maggior parte delle persone è militarmente inutile.

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Presto la stessa cosa potrebbe accadere nell’economia civile. Ma se le masse non saranno più utili a nulla – cosa mai successa prima – come potrà reggere l’idea della democrazia? Nel Ventesimo secolo le élite, in democrazia come nei regimi autoritari, hanno investito molto per dare alle masse sanità, istruzione e welfare, perché le masse erano fondamentali: servivano soldati e lavoratori in salute.

Ma se oggi gli umani non servono più, allora le élite perderanno ogni incentivo a investire nell’istruzione e nel benessere delle masse. Poi anche le élite saranno sorpassate dall’intelligenza artificiale, che potrebbe rimpiazzarci come specie dominante sul Pianeta. Non sarà l’Apocalisse, ma l’apertura di un capitolo completamente nuovo negli annali della vita. Che non riusciremmo a immaginare nemmeno nei sogni più strani, visto che anche i sogni sono prodotto di chimica organica, mentre la realtà sarà guidata da menti inorganiche».

E che fine farà l’Homo Deus?
ex machina ex machina
 
«Pensiamo a come è cambiato il nostro rapporto col mondo. Il cacciatore-raccoglitore dell’antichità era animista: adorava il vento, il sole, l’orso, il bosco. Con l’invenzione dell’agricoltura l’uomo ha iniziato a cambiare la natura e si è inventato un Dio a sua immagine che, ponendolo al vertice della creazione, giustificasse il suo dominio sugli animali. Con il pensiero umanista, poi, l’uomo venera sé stesso. Ora però, sulla nuova strada verso la divinità, ci imbatteremo nella nostra irrilevanza. I computer ci renderanno immortali proprio quando saranno così potenti da renderci anche inutili e obsoleti».



FOREVER YOUNG - UN GRUPPO DI RICERCATORI AMERICANI E SPAGNOLI E’ RIUSCITO, PER LA PRIMA VOLTA, A RIPROGRAMMARE LE CELLULE IN MODO DA RINGIOVANIRLE QUEL POCO CHE BASTA A CANCELLARE I SEGNI DELL'INVECCHIAMENTO SUL DNA - ECCO COME



DNA DNA
 
Si torna giovani, si torna sani, si vive più a lungo. Basta riportare le lancette dell' orologio biologico indietro, ma indietro di poco, e non pretendere di fare un balzo nel passato, ma soltanto un piccolo passo. Lo ha dimostrato un gruppo di ricercatori americani e spagnoli che per la prima volta sono riusciti a riprogrammare le cellule in modo da ringiovanirle quel poco che basta a cancellare i segni dell' invecchiamento sul Dna.

Ma solo quel poco, e senza far perdere loro l' identità di cellula adulta, per esempio, della pelle, del muscolo o del sistema nervoso. Il trucco, si legge nello studio pubblicato ieri dalla rivista Cell, è lo stesso che si usa per produrre le cellule staminali pluripotenti, per cui il giapponese Shinya Yamanaka è stato premiato con il Nobel della Medicina nel 2012. Ed è un trucco basato sulla possibilità di regolare l' espressione (cioè l' accensione o lo spegnimento) di alcuni geni chiave senza toccarne la struttura: l'intervento si definisce perciò non "genetico" ma "epigenetico".
TEST LABORATORIO TEST LABORATORIO

La ricerca fornisce diversi elementi di entusiasmo. Per Juan Carlos Izpisua Belmonte del Salk Institute di La Jolla, in California, che ha diretto l' esperimento, il principale è ovvio: «Abbiamo mostrato che l' invecchiamento è un processo plastico, e non avviene necessariamente in un' unica direzione». Anzi: può essere regolato.

In questo caso lo si è visto sia su cellule in vitro che su topolini da laboratorio, agendo nella stessa maniera. Cioè si è giocato sui cosiddetti fattori di Yamanaka senza però dare loro un via libera completo, perché se lo si fosse fatto si sarebbe osservato un ringiovanimento delle cellule eccessivo che, come mostrato da ricerche precedenti, provoca lo sviluppo di particolari tipi di tumori originati dalla degenerazione dei tessuti embrionali.

futuri accoppiamenti fatti con dna futuri accoppiamenti fatti con dna
 
In questo caso invece i ricercatori sono riusciti a regolare l'azione dei fattori dall' esterno attraverso l' introduzione di uno speciale interruttore che rispondeva a un antibiotico, il quale a sua volta poteva essere somministrato o non somministrato dai ricercatori stessi. Così la riprogrammazione è stata fatta durare solo un paio di giorni, invece che due o tre settimane come di consueto. In futuro, spiegano gli scienziati, si potrebbe anche provare con durate diverse o con una riprogrammazione intermittente, perché la ricerca è soltanto all' inizio.

Comunque, intanto, il risultato è stato abbastanza clamoroso: le disfunzioni cellulari legate all' età sono chiaramente diminuite, le cellule hanno recuperato la struttura e la funzione di epoche della vita precedenti, e i tessuti sono tornati vitali come un tempo.

test del dna test del dna 
 
Ma il dato davvero notevole della ricerca è che le stesse modifiche sono state osservate anche in vivo, cioè nei topolini di laboratorio, nei quali si è notato non soltanto un miglioramento delle funzioni di ciascun organo, ma anche un beneficio complessivo, misurabile, in questo caso, in settimane di vita.

Lo si è calcolato con precisione sperimentando il sistema su topini geneticamente predisposti a un invecchiamento precoce e calcolando che la loro vita si allungava mediamente del 30 per cento: da 18 a 24 settimane. Che è come se a noi regalassero, più o meno, vent' anni di vita in salute.
dna dna

martedì 13 dicembre 2016

POZZI AVVELENATI DEL WEB





Nathan Zonher,
uno studente delle scuole medie di Idaho Fall, USA, ha condotto un esperimento volto alla misurazione del "grado di allarme ecologico delle persone". A questo scopo ha organizzato una raccolta di firme per la messa al bando dell'ossido di idrogeno
I suoi collaboratori distribuivano ai passanti un volantino in cui si illustrava l'estrema pericolosità del composto chimico in questione, usato peraltro massicciamente in molti processi industriali:
a) è il componente principale delle piogge acide
b) è la prima causa di erosione dei terreni
c) riduce fortemente l'efficacia dei freni nelle automobili
d) nella forma gassosa può provocare ustioni mortali
e) se inalato accidentalmente, può essere letale anche a temperatura ambiente
f) ne è stata rilevata una massiccia presenza nei tessuti dei pazienti deceduti per patologie oncologiche maligne
Il 76% degli intervistati ha firmato per l'immediata messa al bando della sostanza. Solo il 15% ha capito che si trattava della semplice acqua
Il restante 9% si è astenuto.
(Fonte: Wall Street Journal)



PERCHE’ VI SCRIVO QUESTO LUNGO POST
QUANDO SO CHE NON ARRIVERETE A LEGGERLO
FINO IN FONDO?

Grandi capoccioni di Palo Alto hanno certificato che il tempo medio che usiamo per leggere un post è di12 secondi e poi…. Via!
Surfing lo chiamò McLuhan quando spiegò che la velocità permette ai cybernauti di mantenere l’equilibrio come nello sport californiano.
Eppure qualcuno deve farlo.

Partiamo dall’intemerata di Mentana contro gli “avvelenatori dei pozzi” ripresa con enfasi da tutti i suoi colleghi e rimbalzata con successo nel Web. Io ho provato a rispondere al suo post su FB ma sono stato sommerso da 3.600 messaggi d’adesione e quindi sono certo che non mi leggerà. Per questo tento di farmi leggere dai miei dodici estimatori.

Cosa diceva (giustamente) Mentana?
Tanti mi chiedono perché prendo così di petto gli avvelenatori del web: che male ti fanno? Fanno male a tutti, nel momento in cui un intero paese vive ore difficili. Prendiamo quello che è l'esempio più evidente, che tutti abbiamo incrociato: quell'enorme fesseria secondo cui l'intensità del terremoto sarebbe stata limata ad arte dal nostro istituto di geofisica per permettere allo stato di non pagare i danni. Avete presente, vero? Il solito testo virale, di cui a volta a volta Tizio o Caio si assume la paternità, come fosse una scoperta da lui fatta personalmente, con un testo base che è più o meno questo: "Mi sono accorto di una cosa. Mentre facevo zapping sono finito sul canale 141 , c'è la rete Allnews francese e nel serpentone c'è scritto terremoto 6.2. Li per lì non ci ho fatto caso, ma guardando una rassegna delle TV straniere e stampa, tutti scrivono 6.2 . Mentre le TV italiane e istituto di geofisica scrivono e parlano di magnitudo 6.0. Ho guardato il sito della geofisica europea e lì scrivono 6.2. A pensar male si fa peccato ecc, ma sono andato a guardare anche la legge voluta da Monti per il terremoto dell'Emilia. Se un terremoto supera il 6.1 i danni li paga lo stato se non li supera li pagano gli enti locali........ A voi le conclusioni!".

Io gli ho risposto:
Enrico,sono un tuo estimatore al di sopra di ogni sospetto.ma nelle tue intemerate contro il Web che spara cazzate, ti sei casualmente dimenticato di citare Vittorio Zucconi, per esempio (un giornalista tra i molti) che per immerdare la Raggi ha messo on line una foto della spazzatura di Napoli facendola passare per quella di Roma...

Ecco, voglio partire da qui.
Quando ero bambino, reagii allo stupore dei primi citofoni sulla strada, andando a suonare i campanelli e poi scappavo.
Colpa dei citofoni?

Quando non si poteva risalire alla chiamata, chi non ha fatto uno scherzo telefonico? Ricordo un paio di trasmissioni radiofoniche e televisive incentrate su questi scherzi. E’ colpa dei telefoni?

Ecco, riprendendo Marshall McLuhan di cui sono rimasto uno dei pochi apostoli viventi, diciamo che le nuove tecnologie non fanno atro che AMPLIARE quello che già siamo, e se gli imbecilli una volta li ascoltavi al bar a sparare cazzate per la delizia dei loro cinque estimatori, ora di “amici” ne hanno fino a cinquemila e ognuno di noi abboccando ad una bufala può far rimbalzare la minchiata teoricamente all’infinito, corroborando la teoria di Umberto Eco, mai abbastanza pianto, che teorizzava che oggi Internet ha dato diritto di parola agli imbecilli che al bar venivano subito zittiti ma che sul Web risultano incontenibili.

Ed eccoci al nocciolo della questione:
Siete sicuri che Facebook sia l’unica causa della diffusione delle bufale?
Ecco, riporto solo UN caso di segnalazioni di bufale sulla carta stampata,
la differenza sta nel fatto che molte minchiate sul Web vengono distribuite “aggratis” mentre i direttori dei quotidiani italiani mangiano alla greppia del padrone.
Ma pure sul Web le cose stanno cambiando.Sembra che al servizio di Renzi agisca una Brigata Guastatori composta da un paio di centinaia di Hakers (la notizia l’ha data un giornalista ad Agorà e nessuno l’ha smentita).

Facciamo solo l’esempio di Libero (di sparare cazzate) dove il direttore Belpietro onnipresente nei salotti televisivi si è distinto per la sua obiettività:
(da Nonleggerlo)

Appello ai lettori di Libero: che dite, la smettiamo di credere alle bufale di Feltri e Belpietro?

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhTsdRSHl8wP1BFOxgqpz_Fpol8iSTaH0BLRkcpiNauXloRt1kYVXycu6YA12TdZu963DCddA0UqbMNG20une7TWYMyV9KtbSNHeXdID9pgIWIknTClq9_jojyBbgmHSsWsFSqAqjUungM/s400/Libero.png
Non bastava la pubblicazione di interviste-bufala a grandi scrittori americani. "Con la Repubblica, il Corriere e la Stampa non provavo nemmeno: loro fanno le verifiche. Decisi di provare con Libero per via della sua fedeltà a Berlusconi", raccontò poi l'autore di quei pezzi.

Non bastava la faccenda di Renato "Betulla" Farina - che continua ancora a godere di ottima fiducia da quelle parti - radiato dall'ordine dei giornalisti perché collaborava con i servizi segreti, "pubblicando notizie false in cambio di denaro".

Non bastavano i teoremi-bufala sulle prostitute di Berlusconi ed i mandanti di Mani Pulite, che dietro c'è sempre il complotto cia-giudo-giudiziario.

Non bastavano le finte assoluzioni del Premier, e quei taroccamenti numerici sempre cari al Pdl.

Non bastava lo strano (...) attentato subito da Maurizio Belpietro.

Non bastavano i volumi a 3 euro e 80 sui diari bufala di Benito Mussolini, curati da Farrell (...) e spacciati per veri.

Non bastava la pubblicazione - in prima pagina! - della bufala del cagnolino ucciso dalle istituzioni svizzere a causa di una tassa non pagata. Possibile che Libero - assieme al Giornale - sia stato l'unico grande quotidiano italiano a dare spazio alla cosa?

Non bastavano le furbate per assicurarsi vagonate di milioni di euro pubblici, che - stando all'indagine Agcom - non gli sarebbero spettate. E pensare che Feltri e Belpietro, quando uno era a Libero, e l'altro a Panorama, si scannavano proprio su questi temi!

Non bastava la bufala dell'altro giorno: "E' provato: i comunisti mangiano i bambini". Ricordate "Petrus", Il piccolo ucraino che, vedendosi sbranato vivo dai suoi compagnucci, disse "vabbé, non ci vedo più dalla fame, mi mangio pure io"?

No, non bastava tutto questo. Ora scopriamo - ufficialmente, dico - che quel famoso
editoriale di Maurizio Belpietro, quello che fece inorridire l'Italia intera e che scavò un baratro ancora più profondo nella storia giornalistica di questo Paese, era fondato s'una bufala. Dai, quello intitolato ...
"Su Gianfranco iniziano a girare strane storie"

... tra furbi attentati e deliranti mignotte, tutto per poter dire che Fini "sarebbe inciampato in una vicenda a sfondo erotico peggiore di quelle rimproverate al Cavaliere". Insomma, quello che chissenefrega verificare la notizia, basta sputtananare i nemici Cav ... "non so se queste storie abbiano fondamento" ... "Vero? Falso? Non lo so, chi mi ha spifferato il piano non pareva matto" ... "Mitomane? Ricattatrice? Altro? Boh!".

Bene,
era tutto inventato. Il bello è che il direttore di Libero, dopo l'ennesima bufala editoriale, ci tenne a difendere la qualità delle proprie fonti, e del proprio lavoro. Raccontò a Repubblica: "Posso dire che non era un matto. Sono quindici anni che faccio il direttore di giornali, una certa frequentazione con i mitomani in questo mestiere ti capita. A volte c'è gente che ti viene a dire che dietro questo fatto c'è la Cia, e tu capisci che sono un po' andati". Loro.
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Update: non si riesce più a stargli dietro ... ci mancava pure il "Giudice-bufala", per altro colpevole di aver scelto, per il proprio telefonino, la suoneria di ballarò.





BUFALA BILL
Di Marco Travaglio

A furia di insistere, gli sconvolgenti scoop del Giornale e di Libero, uniti alle manifestazioni di Mutanda Ferrara e Crudelia Santanchè, sortiscono i primi effetti: secondo un sondaggio di Ilvo Diamanti per Repubblica, il 59% degli italiani è convinto che B. è colpevole, il 20 che è innocente e il restante 20 non sa. Ma gli sforzi dei signorini grandi firme convinceranno presto anche gli incerti. Un mese fa Belpietro rivelò che una escort era pronta a dimostrare di aver fatto sesso a pagamento con Fini; e che un supertestimone era pronto a giurare che ad Andria si stava organizzando un falso attentato a Fini per incolparne il solito B. Ora la escort è stata incriminata per essersi inventata tutto e il supertestimone ha confessato di essersi inventato tutto. Perché si fossero rivolti proprio a Belpietro, detto anche Bufala Bill dopo la storia tragicomica del presunto attentato sventato dal suo caposcorta, è inutile spiegarlo: si sa che a Libero non si butta via niente. Per non essere da meno, ieri il Giornale ha piazzato altri due colpi da maestro. Dopo “gli amori segreti della Boccassini” (nel 1980 aveva un fidanzato giornalista e, di tanto in tanto, lo baciava, dunque B. è innocente); dopo gli altarini di Catherine Spaak (“esordì diciassettenne nel film La voglia matta vietato ai 14” dove “il vecchiaccio Tognazzi impazziva per lei, la sua frangia e il suo bikini”, dunque non può indignarsi per i bungabunga, dunque B. è innocente); dopo le foto di Noemi e dell’amica Roberta vestite da orsoline a Villa Certosa (dunque B. è innocente), lo zio Tibia sfoderato un altro titolone coi fiocchi: “Ecco il leader nudo (e in un luogo pubblico). Non è Berlusconi”. E chi sarà mai? La foto sfocata di tre giovani con una strisciolina nera sulle pudenda potrebbe ingannare, ma la didascalia non lascia dubbi: “Un giovane Nichi Vendola nel campo nudisti di Capo Rizzuto”. Uno scoop mica da ridere: “Foto imbarazzante di Vendola... difendeva la libertà sessuale, ora lo acclamano come paladino dell’etica... Sinistra in piazza, ma l’unica foto scandalo è quella del suo Vendola”. Capìta la doppia morale della sinistra in piazza? Un milione di persone difende la dignità della donna e intanto 32 anni fa Vendola se ne stava nudo in una spiaggia di nudisti. Poi dicono che non ci sono più le inchieste di una volta. Ma ecco il secondo scoopone: Claudia Mori, pure lei in piazza, “nel 1985 nel film Joan Lui diretto e interpretato da Celentano (il marito, ndr) indossa un vestito bianchissimo sotto una cascata d’acqua: trasparente ovunque, tutto compreso, seno e pure il resto, il pube s’intende”. La logica è stringente, non si scappa: la Mori non deve permettersi di manifestare per la dignità delle donne e B. è innocente. E che dire di Francesca e Cristina Comencini che organizzano la protesta delle donne, dimenticando che il padre Luigi pervertì intere generazioni con un Pinocchio televisivo ad alto contenuto erotico? Che ci faceva la pornofata turchina con quel burattino dal naso di legno che si allungava e si accorciava? Immaginiamo la calca nella redazione del Giornale in questi giorni febbrili: segugi da riporto e da compagnia trafelati davanti all’uscio di Sallusti brandiscono prove sempre più schiaccianti dell’innocenza del padrone e dell’incoerenza della sinistra. Molto richiesta la foto di Rosy Bindi nel giorno della prima comunione con un abitino da suora molto osè che lascia scoperte le caviglie. Vale oro Susanna Camusso ritratta a un corteo di metalmeccanici in una tuta blu che fa intravedere curve molto pericolose e manda in tilt un’intera catena di montaggio, con gravi danni alla produzione. Quotatissimi i dagherrotipi giovanili che immortalano Di Pietro all’asilo con il dito nel naso, il piccolo Bersani sul fasciatoio col pistolino di fuori infarinato di borotalco e un baby D’Alema già baffuto e occhieggiante con sguardo lubrico e la nurse che lo impomata con la pasta di Fissan. Titolo: “Incastrati! I moralisti senza morale della sinistra, ecco le prove. Dov’era la Boccassini?”.






Leggo che alcuni miei amici di Fb annunciano periodicamente di voler fare "pulizia", eliminando dai propri contatti ora chi è leghista, ora chi è renziano, ora chi è dei Cinque Stelle e via dicendo. Modalità assolutamente legittima, dato che ognuno gestisce anche su Fb i suoi contatti come ritiene. Per quanto mi riguarda, a meno che uno non scada in comportamenti palesemente molesti, io non tolgo mai l'amicizia a nessuno, leghista, renziano o grillino che sia. In generale perché non penso che il mondo debba essere fatto solo da chi la pensa come me. E in ogni caso il mondo non è così. E se con una persona ho 99 elementi di dissenso, niente e nessuno possono escludere che ne salti fuori uno di vicinanza e condivisione (nel caso dei leghisti effettivamente mi sembra un po' difficile anche questo...). Infine, e soprattutto, costoro si devono pappare i miei post. Mi sembra un buon contrappasso.

HAI RAGIONE.
Cancellando quelli che non la pensano come noi, ci attorniamo di persone dal pensiero omogeneizzato al nostro. E questo sarebbe il minore dei mali. Purtroppo FB ha un algoritmo con cui ci fa passare solamente notizie di nostro gradimento falsando la realtà che ci circonda. E' un problema gravissimo ma non ce ne rendiamo conto. Quando per esempio clicchiamo MI PIACE non solo ci sintonizziamo conil pensiero dei nostri “amici” (che non conosciamo di persona e che probabilmente non conosceremo mai) ma noi forniamo a Facebook un parametro per il loro algoritmo che farà in modo che giornalmente sulla nostra Home News appaiano i post che probabilmente noi gradiamo o quantomeno condividiamo.
Non è un fenomeno nato con il Web. Come diceva il McLuhan la tecnologia aumenta e ingigantisce QUELLO CHE NOI GIA’ SIAMO. Compravamo il giornale di carta per rafforzare le nostre idee politiche e non. Leggere il giornale è come immergersi in  un bagno di schiuma caldo… (sempre McLuhan) così qualcuno compra Repubblica per un suo inequivocabile orientamento mentre altri leggeranno il Giornale o il Tempo…
Mi successe di lasciare precipitosamente Cuba per ragioni che non vi sto a dire. In quei giorni si svolgeva all’ONU una conferenza mondiale sulla pace, e alla televisione cubana ebbi modo di apprezzare il magnifico discorso del ministro degli esteri cubano. Arrivato a Miami, nelle News c’era sempre l’Onu ma la notizia era il discorso di Powell, mentre il giorno dopo in Costa Rica facevano vedere Chavez, e sul canale internazionale italiano naturalmente i telegiornali commentavano il pensiero del ministro italiano, che allora era D’Alema.  Cosa ne dedussi? Che i vari politici si portavano dietro il loro codazzo di cameramen perché erano presenti all’ONU ma parlavano alla loro nazione, dicendo nella lingua madre quello che la gente voleva sentirsi  dire…
Un’aultima osservazione. Avete notato Papa Bergoglio a Cracovia, che parlava alla folla IN ITALIANOI? Era perché la sua presenza suscitava il fenomeno che in India chiamano il Darshan, cioè l’euforia suscitata nello stare in mezzo ad una folla, succede anche nei Reve Party, nei FlashMob, e anche alla Messa della domenica. Ebbene il Papa stava lì MA PARLAVA ALLA SANTA SEDE, IN VATICANO. Capite?
Ho segnalato recentemente l’ottimo libro VIVERE ON LINE di Paccagnella, che potrete anche comprare con amazon  https://agnesevellar.wordpress.com/2016/05/01/vivere-online-identita-relazioni-conoscenza/   e la cui lettura vi consiglio vivamente.
E allora, che dire per concludere?
Intanto ricordarvi le parole di Voltaire: “Tolleranza, amici miei, tolleranza” e portate pazienza se qualche messaggio non è gradito, leggete tutto, prima di cancellare ricordando che al mondo nessuno ha mai completamente torto. Un orologio fermo, per esempio, ha ragione due volte al giorno (cit)




ALDO VINCENT 
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